La qualità del pellet dipende da molti fattori: il tipo di essenza, la granulometria, il suo stato di conservazione, la modalità di manipolazione, la modalità di essicamento, la modalità di macinazione ed il processo di cubettatura. Spesso si guarda solo all'essenza o al colore ma è estremamente riduttivo.
I pellet non di qualità hanno un rendimento basso e, anche costando meno, possono aumentare i costi del riscaldamento. Lasciano più cenere ed arrivano a volte a bloccare la caldaia.
Per quanto riguarda la materia prima, si tratta di scegliere il tipo di legno (abete, faggio, larice, rovere...) e soprattutto di verificare che non contenga leganti sintetici, vernici o terra. Mentre la presenza di vernici dipende dall'utilizzo di legni non vergini come materia prima (ad esempio infissi di finestre o scarti di pannelli truciolari), la presenza di terra è generalmente causata da uno stoccaggio non curato della segatura.
Dalla fase di produzione dipende invece la consistenza del pellet. Come abbiamo detto, è importante che nel nostro pellet non siano presenti colle o leganti sintetici di alcun tipo. Come fa allora la segatura a stare insieme? Durante il processo di cubettatura, viene compressa attraverso una trafila — essenzialmente un annello d'acciaio con tanti buchi — e si scalda. Il fattore fondamentale è qui la pressione a cui viene sottoposta la segatura: maggiore la pressione, maggiore la temperatura, migliore il pellet. Pellet prodotti con macchinari non adatti o risparmiando sull'energia bruceranno molto più in fretta diminuendo il rendimento della stufa o della caldaia
Di seguito riportiamo alcune verifiche che possono essere fatte per controllare la qualità del pellet.
Tabella: Caratteristiche di un pellet di qualità e metodi di verifica.
Fonte: English Handbook for Wood Pellet Combustion